Dietro la maschera
“Ogni uomo è un attore e tutto il mondo è un palcoscenico.” (W. Shakespeare)
Quante maschere indossiamo ogni giorno? Chi risponde “nessuna” è in errore…
Se potessimo avere un armadio dove stipare le maschere che si indossano giornalmente, non basterebbe un 4 stagioni!
Ne abbiamo una per il macellaio, una per la mamma, una per il papà, una per gli amici, una per i colleghi di lavoro, una per il postino…
Maschere che ormai non ci accorgiamo più nemmeno di utilizzare.
Può accadere però che un bel giorno una folata di vento te ne fa volare via una, e senza accorgertene ti guardi allo specchio e l’immagine riflessa ti giunge nuova.
E se la sorpresa tua è grande, prova ad immaginarti quella delle persone che ti sono vicine quale può essere!!
Così abituate ad un trucco di scena da trovare orribile il tuo volto al naturale.
Calco il palcoscenico ormai da 12 anni, interpretare un ruolo qualsiasi è nelle mie corde, ci vado a nozze.
Indosso maschere di continuo e con i miei personaggi in scena, ci faccio un pò quello che voglio.. Allegra, triste, sensuale, svampita, arrabbiata o seria… nessun ostacolo.
Tanto la maschera fa da scudo, mi protegge e qualsiasi cosa accada lì sopra, beh…non sono io…è il personaggio…è lui che si porta via tutte le responsabilità, quando io finisco e rimetto i miei vestiti, il mio personaggio rimane lì, attaccato alle tende del teatro come i granelli di polvere secolari e i fantasmi di tutti gli altri personaggi.
Quanto è diverso stare su un palcoscenico per 3 giorni dove l’unica cosa che ti è richiesta è essere solo ed esclusivamente te stessa?
Un’abisso !
All’inizio cerchi una maschera…qualsiasi cosa va bene…un cappello di paillettes o anche il cartone della pizza con due buchi all’altezza degli occhi…va bene pure quello…purchè non sia io…non io…
Poi ti fai forza, capisci che usare il cartone della pizza non solo è ridicolo ma non è nemmeno utile!
..poi non si adatta alla sciarpa d’oro…
E quindi? Beh c’è poco da fare lo dice pure una delle mie canzoni napoletane preferite “quanno se dice SI…tienelo ammente…” e di me si può dire tutto tranne che mi rimangio la parola data!
Que sera sera. Quindi si apre il paracadute e ci si lancia. Posso morire nello schianto? No era una metafora, dovrei dire…ma se andiamo per metafore invece rispondo che SI, morire si può.
Muore una parte di te che ti teneva stretta la maschera sul viso, che come il diavoletto tentatore era pronta con una maschera per ogni occasione, come un pusher per un drogato sempre pronto ad una dose gratis.
Sei lì, sul palcoscenico, davanti a centinaia di persone, sai che ne hai avute davanti anche 4 volte di più, ma qui e ora ci sei tu non un tuo personaggio, e mi risuona nella mente ciò che io come Flora, nella Traviata, dico di Violetta “qui c’è lei, senza maschere senza ipocrisie, lei con la sua fragilità e le sue paure..”
Già, porca zozza, ho addosso diciotto indumenti ma mi sento messa a nudo.
Altro che montagne russe, qua devi essere te stessa davanti a centinaia di persone !
Ed inizia la roulette dei “e se…e se…e se…” …a volte vorrei essere un uomo …invidio il loro pragmatismo…
Alla fine prendi un bel respiro e quando espiri buttando fuori tutto il fiato raccolto, ti accorgi che i 3 giorni sono passati, in un lampo, nel tempo di un respiro.
E sono ancora viva…forse più di prima…
Adesso non mi rimane che abituarmi alla mia nuova faccia, sempre più in trasformazione.
Miky smascherata